Rodano settentrionale-Côte Rôtie -

 

Will Arnold

Tupin-et-Semons

Superficie: 2 ha

Varietà: Chardonnay, Gamay, Syrah

Viticoltura: Biologico non certificato

Un curriculum che risale a 10 anni fa, dall’età di 21 anni; con la sua prima vendemmia nel 2014 presso Pierre-Yves Colin Morey a Chassagne Montrachet. Poi è passato a Brick House in Oregon e a Seresin in Nuova Zelanda. Durante il viaggio, passa per il Palatinato, la Germania e finisce nel Rodano, prima da Jean-Louis Chave nel 2017, poi da Julien Pilon a Condrieu nel 2019.

Nessuna improvvisazione e tanta voglia di mettersi in gioco, di capire e decidere alla fine di queste esperienze di rimanere nella terra del Syrah.

Will Arnold. Nato nel 1991, viene dal Kent, nel sud-est dell’Inghilterra. Figlio d’arte, se così si può dire. Perché la famiglia di Will opera nel settore del vino in Inghilterra, la A&B Vintners. Ha mosso i primi passi nel mondo del vino fin da giovane, degustando al fianco del padre in Francia e in Piemonte e poi sporcandosi le mani sul campo. Mettendosi nei panni degli “altri”. La parte manuale, quella della produzione del vino.

Un curriculum che risale a 10 anni fa, dall’età di 21 anni; con la sua prima vendemmia nel 2014 presso Pierre-Yves Colin Morey a Chassagne Montrachet. Poi è passato a Brick House in Oregon e a Seresin in Nuova Zelanda. Durante il viaggio, passa per il Palatinato, la Germania e finisce nel Rodano, prima da Jean-Louis Chave nel 2017, poi da Julien Pilon a Condrieu nel 2019. Nessuna improvvisazione e tanta voglia di mettersi in gioco, di capire e decidere alla fine di queste esperienze di rimanere nella terra del Syrah.

Con il suo progetto (iniziato con un paio di botti di Syrah “Colombier-le-vieux” nel 2019) ha avuto la fortuna di trasferirsi nell’ex-cantina di Didier Gerin (produttore semi-pensionato della Côte-Rôtie) poco prima della vendemmia 2023. Dispone di una cantina già attrezzata, su due piani, con alcuni tini in cemento e pressa….È certamente d’aiuto per far partire il suo microprogetto in modo autonomo.

Will si è ormai staccato dalle realtà che lo hanno cullato negli anni precedenti e ha dedicato tutto il suo tempo alla creazione del proprio progetto. Acquista uve dalle regioni che lo circondano, da agricoltori che rispettano pienamente la natura del loro terroir.

Nel 2024 ha preso in affitto a lungo termine, una nuova vigna da cui comprava le uve. In questo modo potrà gestire in modo autonomo tutta la fase di crescita della pianta.

La vinificazione è a basso intervento, fermentazione spontanea con aggiunte minime e molto grappolo intero nei rossi. Di solito preferisce che i suoi vini svolgano la fermentazione malolattica in legno senza alcun travaso durante l’invecchiamento. Solo 2 mesi prima dell’imbottigliamento. L’anidride solforosa totale dipende dalla cuvée e dall’annata. Solitamente da 0 a 6 g/hl di so2 totale.

William è molto attento al legno. Acquista le sue botti da amici in Borgogna e nel Rodano. Non volendo influenzare la tipicità delle varietà, affina i vini in una miscela di botti di rovere usate, di dimensioni variabili.

Nella nuova annata 2022 sono previsti tre vini. Un Syrah, un Gamay e un Aligotè. Le etichette sono disegnate ad acquerello da lui stesso e rappresentano, per il Syrah, il vigneto nascosto nelle colline dell’Ardèche, mentre per il Gamay è raffigurata una vecchia pianta, che simboleggia l’appezzamento di viti massali di vecchia selezione.

I vini sono Vin de France, ma Will non vede l’ora di vinificare in futuro alcune uve provenienti da denominazioni che lo circondano.

William mi ha colpito per la sua mano e idea di vinificazione della Syrah e non solo, che tende incredibilmente verso l’eleganza e le sottigliezza arricchite entrambe con l’armonia. Scaturiscono vini di complessità che danzano nel bicchiere.

 

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