Borgogna, Côte de Nuits -

 

Domaine Jean-Pierre Guyon

Vosne-Romanée

Superficie: 7.5 ha

Varietà: Chardonnay, Pinot Noir, Pinot blanc

Viticoltura: Biologica certificata con pratiche biodinamiche

Le sue mani, segnate dal lavoro, raccontano meglio di qualsiasi discorso la passione per i suoi vini, che rimangono tra i segreti meglio custoditi della Borgogna.

Il metodo, perfezionato da Jean-Pierre grazie alla sua esperienza e al suo pensiero, ha visto una continua evoluzione. Vendemmia dopo vendemmia, egli ha sperimentato vinificazioni a grappolo intero, fino a sviluppare definitivamente il “tri en nuage”. Introdotto per la prima volta nel 2012 su alcune vigne, nel 2020 è stato esteso a tutti i cru del domaine.

Jean-Pierre produce alcuni dei vini più eleganti, profumati e impressionanti della Borgogna.

Il Domaine Jean.Pierre Guyon, a Vosne-Romanée, si affaccia con discrezione sulla statale D974, che unisce Beaune a Digione. Qui non troverai insegne vistose: tutto riflette una filosofia di riservatezza e sobrietà, la stessa che anima chi crea vini straordinari in questo angolo di Borgogna. Nonostante la sua natura sfuggente, il domaine si rivela a chi sa dove e come cercare.

Il Domaine Guyon fondato nel 1938 dal bisnonno di Jean-Pierre e Michel, è cresciuto attraverso le generazioni, tramandato di padre in figlio. Nel 1991, la quarta generazione ha portato una ventata di freschezza con un progetto nuovo e profondamente personale. Tra le prime iniziative c’è stata una graduale conversione al biologico, iniziata nel 2000, con la certificazione arrivata nel 2006 e ufficializzata nel 2012. Nello stesso anno, Michel si è ritirato, lasciando il domaine nelle mani di Jean-Pierre e di sua moglie Isabelle.

Con 7,5ha di vigne, il 70% si trova nella Côte de Nuits, nei comuni di Gevrey-Chambertin, Nuits-Saint-Georges, Morey-Saint-Denis e ovviamente Vosne-Romanée, mentre il restante 30% è dislocato nella Côte de Beaune, tra Chorey-lès-Beaune e Savigny-lès-Beaune. Jean-Pierre, schivo e riservato, preferisce la tranquillità delle sue vigne e della sua cantina al clamore delle degustazioni pubbliche. Le sue mani, segnate dal lavoro, raccontano meglio di qualsiasi discorso la passione per i suoi vini, che rimangono tra i segreti meglio custoditi della Borgogna.

Jean-Pierre produce alcuni dei vini più eleganti, profumati e impressionanti della Borgogna.

Progressione

Jean-Pierre Guyon si distingue tra i vigneron progressisti, innovando senza mai tradire le sue radici. La conversione al biologico ha rappresentato un passo fondamentale verso una viticoltura più sostenibile, cui si è aggiunta successivamente la gestione biodinamica (non certificata). L’ispirazione è venuta dalla vicina Lalou Bize-Leroy, con cui Jean-Pierre condivide il vigneto “Les Brûlées”. Osservando il suo approccio, ha adottato tecniche originali, come il non cimare le viti, creando ponti tra un ceppo e l’altro. Questa pratica, inizialmente vista con scetticismo alla fine degli anni 90′, è ora un tratto distintivo del Domaine Guyon.

Per questo domaine, come per tutti quelli che selezioniamo, la qualità della materia prima è un principio imprescindibile. Tra le tecniche adottate, la diraspatura manuale grappolo per grappolo spicca per la sua rarità: pochi domaines la utilizzano, data l’elevata incidenza dei costi di manodopera. Ciascun produttore ha fatto di questa pratica un elemento distintivo, seguendo le “regole” tradizionali oppure innovando con creatività.

Jean-Pierre ha scelto la seconda strada, dando vita a un metodo originale chiamato “tri en nuage” (cernita delle nuvole). Questa tecnica prevede una selezione e semi-diraspatura manuale effettuata su un tavolo lungo circa 15 metri, attorno al quale lavorano 20-30 persone. Qui vengono scelti i migliori grappoli e acini in vendemmia, tagliando il raspo principale ma lasciando i peduncoli attaccati agli acini. Il risultato è una piccola struttura di 5-7 acini uniti tra loro, dalla forma delicata che richiama una nuvola. Jean-Pierre è convinto che questa modalità esalti la presenza dei sali minerali nel vino.

Il metodo, perfezionato da Jean-Pierre grazie alla sua esperienza e al suo pensiero, ha visto una continua evoluzione. Vendemmia dopo vendemmia, egli ha sperimentato vinificazioni a grappolo intero, fino a sviluppare definitivamente il “tri en nuage”. Introdotto per la prima volta nel 2012 su alcune vigne, nel 2020 è stato esteso a tutti i cru del domaine.

Consapevoli dell’importanza di comunicare il valore di questa tecnica, Jean-Pierre e Isabelle hanno deciso di creare un vino dedicato. Dall’annata 2022, e per le annate future, sarà prodotto un vino simbolico, chiamato proprio come la loro innovativa cernita: “MES NUAGES”.

“Il nostro obiettivo è mettere in evidenza la nostra tecnica di cernita a nuvola e vinificazione, creando un vino che rifletta l’eleganza e la finezza del nostro metodo. Per produrre questa cuvée, abbiamo effettuato una selezione di uve direttamente sul tavolo per i premier cru e i grand cru, e poi una selezione di vini in cantina.

Abbiamo poi assemblato i vini per creare una cuvée equilibrata, che combina la potenza dei nostri diversi terroir per dare profondità, con l’eleganza e la finezza del nostro metodo di selezione.”

Un grande vino senza denominazione, che incarna la mentalità di Isabelle e Jean-Pierre, fondendosi.

Dal punto di vista della vinificazione, Jean-Pierre ha lasciato alle spalle le concentrazioni estreme degli anni ’90 per abbracciare un approccio più leggero e naturale. Ogni fase del processo è condotta con una cura quasi maniacale: i solfiti sono stati eliminati durante le fermentazioni e drasticamente ridotti durante l’affinamento, talvolta eliminati del tutto per alcune annate.

Le uve che lavorano sono sane, integre e vive. Da ogni parcella preparano un pied de cuve per avviare rapidamente la fermentazione alcolica.

Le fermentazioni sono gestite con rimontaggi manuali, utilizzando un annaffiatoio costruito su misura per bagnare delicatamente il cappello.

Anche nell’affinamento, Jean-Pierre, si dimostra certosino e attento grazie ad una mirata selezione di legni che arrivano dalla tonnellerie Rousseau che ha sviluppato una tostatura apposita per la cantina. I legni provengono sempre più spesso dalla foresta di Tronçais. Rimarrete piacevolmente sorpresi nell’assaggiare i vini e nel non percepire il legno, nonostante per alcune vigne venga usato il 100% di legno nuovo. Questo rientra ancora una volta nella progressione.

 

Non è necessario puntare ai grand cru per cogliere la magia dei vini di Jean-Pierre Guyon. Il Chorey-lès-Beaune “Les Bonnes Ores”, prodotto da viti secolari, rivela note di ciliegia rossa e una tensione gustativa unica. Oltre al regolare Vosne-Romanée c’è una cuvée speciale, “Charmes de Mazières”, a base di uve raccolte separatamente da viti di oltre 60 anni in tutta la denominazione “Hautes Maizieres”. Questa è una metà strada verso i 1er cru, tra i quali En Orveaux riesce a combinare un’eleganza finemente disossata insieme alle qualità edonistiche del top Vosne-Romanée – uno stile che si riflette anche nel grand cru Echézeaux: anche questo proviene dal settore Orveaux.

Menzione d’onore va a 2 grandi vini bianchi della tenuta, coltivati in terra da rossi, in Cote de Nuits e allevati in microclimi perfetti, come il pinot bianco a Nuits st Georges o lo chardonnay a 400mt coltivato sopra Clos de Lambrays. Vere pepite di questo domaine capaci di mostrare la forza espressiva dei vitigni bianchi nella Côte de Nuits. Bianchi profondi e sensuali.

I vini hanno una stupefacenza di frutto, consistenze morbide con tannini fini e calibrati, con chiarissime impronte del terroir di provenienza. Bevendo questi vini si percepisce un senso di estrema piacevolezza, di rilassatezza. Hanno profumi che si sviluppano nel bicchiere dalla rosa alla fragola selvatica.

Sono raffinati e brillanti con un’adozione di libertà e una netta integrazione del rovere.

*CONSIGLI SUL SERVIZIO:

I vini del Domaine Jean-Pierre Guyon necessitano di essere areati. Consigliamo di effettuare il primo servizio nel bicchiere e di decantare il restante vino per una maggior piacevolezza e apertura al palato.

 

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