Superficie: 2.5 ha
Varietà: Chardonnay, Pinot Noir, Gamay, Aligoté
Viticoltura: Biodinamica (non certificata)
Dietro la semplicità che caratterizza il loro lavoro si cela un impegno costante e rigoroso, con l’obiettivo di produrre vini che siano l’autentica espressione del loro terroir.
I vini bianchi sono definiti da una freschezza vibrante, accompagnata da note di frutta a polpa bianca, fiori di campo e un accenno minerale che persiste elegantemente al palato. I rossi, prodotti con grappoli interi e maturati con delicatezza, offrono tannini morbidi e vellutati, frutta rossa croccante.
Chassey le Camp, un piccolo borgo sopra Bouzeron (l’unico villaggio in Francia con denominazione 100% aligoté), situato a soli cinque minuti di macchina da Chassagne-Montrachet. Qui, tra dolci colline, prati punteggiati da animali al pascolo e vigne che confinano con boschi e siepi, si respira un’armonia unica. La biodiversità di questo paesaggio non è solo scenografica ma vitale per l’equilibrio del vigneto, favorendo un ecosistema ricco e sostenibile che protegge le viti da stress ambientali e patogeni.
David Didon, con la sua presenza gentile e determinata, rappresenta l’anima di questo luogo. La sua filosofia di vita e di vino affonda le radici in un percorso iniziato nel 1995. Dopo un corso di biodinamica a Beajeu (tra Macon e Lione), rimase profondamente colpito da questo approccio e trascorse due anni lavorando in aziende agricole biologiche in Alsazia. Questa esperienza, arricchita da relazioni umane significative e osservazioni sul campo, lo condusse alla tenuta di Michel Goujot nella Côtes de Toul in Lorena, uno dei pionieri dell’agricoltura biologica. Da lì iniziò il suo viaggio nella viticoltura, culminato con l’iscrizione al Lycée Viticole di Beaune, dove incontrò Naïma, sua futura moglie e oggi pilastro della gestione amministrativa del loro Domaine.
Nel 2001, grazie al talento e alla dedizione di David verso la biodinamica, Étienne De Montille lo scelse per convertire i vigneti di famiglia. Questa esperienza, unita agli anni come chef de culture al Château de Puligny-Montrachet, consolidò la sua reputazione. Durante questo periodo, David intrecciò amicizie e collaborazioni con produttori come Dominique Derain, Julien Altaber e Patrick Meyer, che lo incoraggiarono a perseguire il suo sogno di indipendenza.
Nel 2017, David e Naïma coronarono il loro sogno acquistando 2 ettari di vigne nel lieu-dit “Vignes Blanches”, un terreno esposto a est all’ingresso di Chassey-le-Camp. Piantato tra il 1947 e il 1960 con una selezione massale di varietà locali (pinot nero, chardonnay, pinot bianco e aligoté), questo vigneto racconta una storia di metodi di lavoro tradizionali, dall’aratura con il cavallo all’impianto di radici profonde. Questo luogo ha un potenziale unico, tanto che si dice che, se i monaci cistercensi si fossero spinti più a sud, questo vigneto avrebbe potuto essere classificato come un Premier o Grand Cru. La scelta di preservare tecniche ancestrali, come la selezione massale (un metodo che favorisce la diversità genetica delle piante) e l’uso di piante locali, riflette un profondo rispetto per il territorio.
David descrive così la sua missione: “Sento il dovere di preservare questo vigneto e di restituirgli, attraverso la coltivazione e il vino, ciò che merita di esprimere.”
Successivamente, il Domaine ha ampliato la proprietà con una vigna a valle, piantata a gamay e aligoté, da cui ricavano la cuvée parcellare “Les Péteurs”.
Dietro la semplicità che caratterizza il loro lavoro si cela un impegno costante e rigoroso, con l’obiettivo di produrre vini che siano l’autentica espressione del loro terroir.
David ara il suo vigneto con il cavallo e lavora manualmente, riducendo al minimo l’utilizzo delle macchine per rispettare il terreno e il ciclo naturale della vite. La sua dedizione alla biodinamica va oltre la semplice tecnica agronomica: per lui è un modo per dare forza cosmica alla terra e “informazioni alle viti” attraverso i preparati biodinamici, che dinamizza personalmente. Questa pratica, ricca di un profondo valore spirituale, rappresenta il suo tentativo di mettere gli esseri viventi al centro di una cultura sempre più materialista.
“Come attivare e controllare forze che non necessariamente percepiamo” è la grande domanda che lo guida nella sua vita di viticoltore, afferma David.
La cantina, situata ai piedi del vigneto, riflette l’approccio essenziale e distaccato di Naïma e David. Utilizzano tini in fibra di vetro per la fermentazione, un mix di barrique neutre e vasche di cemento per l’affinamento, senza alcun additivo. Il risultato sono vini puri, cristallini e in perfetto equilibrio, in grado di esprimere sia il frutto che il terroir.
I vini rossi sono vinificati con grappoli interi, senza macerazione carbonica, per ottenere vini dal frutto integro e dalla struttura tannica morbida e vellutata. Mentre i bianchi sono pressati delicatamente con una vecchia pressa verticale e affinati sulle fecce, con travasi minimi per evitare la filtrazione.
David segue il principio “facciamo il lavoro in vigna e cerchiamo di intervenire poco in cantina”. L’obiettivo è esaltare il sapore del frutto, unendo il rispetto per gli esseri viventi alla produzione di vini deliziosi.
Con i cambiamenti climatici, David riconosce la crescente difficoltà nel portare in cantina raccolti equilibrati. La soluzione? Affinare sempre di più la capacità di ascoltare le vigne con umiltà e sviluppare nuove alternative. I preparati biodinamici giocano un ruolo fondamentale, tra cui l’achillea, che apporta una firma “solforosa” naturale ai vini, e la camomilla, che permette di ridurre al minimo l’uso dello zolfo durante l’affinamento.
David utilizza dosi omeopatiche di zolfo sia per i rossi che per i bianchi. Affinano fino a 20 mesi in barrique esauste o tini in fibra di vetro, mentre le cuvée negoce maturano per circa 9 mesi.
Naïma e David Didon sono vignaioli dalle risorse straordinarie, capace di coniugare umiltà, rigore e creatività. La sua interpretazione del terroir è guidata da un profondo rispetto per la natura e da una costante ricerca di autenticità.
I vini bianchi sono definiti da una freschezza vibrante, accompagnata da note di frutta a polpa bianca, fiori di campo e un accenno minerale che persiste elegantemente al palato. I rossi, prodotti con grappoli interi e maturati con delicatezza, offrono tannini morbidi e vellutati, frutta rossa croccante.
*Oltre alla produzione del Domaine, David e Naïma lavorano con uve negoce provenienti da viticoltori che condividono la stessa filosofia produttiva. Le etichette si differenziano, ma la qualità resta invariata.